A Samarate si discute di guerra.
Non di politica estera, sia chiaro, che non compete ai Comuni, ma di una scelta lessicale, su cui si è accesa una delle (tante e diverse) polemiche di questi giorni pre-ballottaggio.

La giornata di martedì ha riservato due mosse delle due coalizioni, sul piano pubblico: il volantino che il centrodestra di Puricelli ha iniziato a distribuire e che accusava il fronte di Ferrazzi di «ammucchiata» e la campagna coordinata delle liste che sostengono Ferrazzi.

La campagna social della coalizione Ferrazzi è stata portata avanti con diversi post che annunciavano che ogni singola lista “partecipa ad una gara elettorale, non ad una guerra”, augurando il classico “che vinca il migliore”.
Paradossalmente il messaggio è stato criticato da diversi sostenitori del centrodestra rovesciandolo, denunciando l’inopportunità di usare la parola guerra di questi tempi, evidentemente anche se il messaggio era tutto il contrario.

I commenti negativi sono stati pubblicati in commenti social ma c’è anche una presa di posizione ufficiale di Forza Italia, che invece critica il messaggio dicendo che “non partecipa né a una gara né a una guerra”, ribatte all’accusa di voler “fare la guerra” (sentendosi chiamata in causa dai post di Ferrazzi), ma dice di voler migliorare l’amministrazione “per cambiare marcia”.

Nello stesso post Forza Italia ha difeso anche un altro post precedente  in cui si proponeva l’alternativa tra una Samarate proiettata al futuro (quella di Puricelli) e una Samarate grigia (associata a Ferrazzi), con due immagini che più o meno alludevano a una città collinare e dai caldi colori e una metropoli di grandi anonimi palazzi (diciamo due scenari non proprio samaratesi).

Una “bordata” – stavolta il linguaggio bellico lo ri-usiamo noi – che si è accompagnata all’uscita che più ha fatto discutere, quella del volantino recapitato nelle case dai tre partiti di centrodestra. Su un fronte l’invito a “non dare per scontato il risultato” (va ricordato che Puricelli parte dal 42%) e il rischio che vinca “la sinistra”.
Sull’altro fronte il volantino riproponeva l’accusa diammucchiata”, termine che dalla sfera delle pratiche sessuali è in effetti divenuto di uso relativamente comune anche in politica. A suscitare reazioni critiche dal centrosinistra è stata però l’immagine che descriveva Ferrazzi e la sua coalizione come un giocoliere  impegnato a non far cadere le palline che rappresentano le liste. Immagine che è stata giudicata irrispettosa perché accostava gli avversari a un circo.

Al di là di queste “bordate”, poi continua anche la campagna per le strade e a suon d’incontri. Mercoledì sera arriva anche Matteo Salvini. “Il capitano”, a proposito di linguaggio militare.