Ultimi giorni di una campagna elettorale tesa a Cavaria con Premezzo, con le due liste – a sostegno di Zeni e di Busellato – che non si risparmiano colpi duri. Dopo il caso del “non-confronto” pubblico (con le due liste che si rinfacciavano la responsabilità), adesso ritorna il tema dell’uso del territorio.

Il sindaco Zeni accusa oggi il suo predecessore di aver voluto «agevolare un trasferimento di nomadi» da Gallarate.
La nota del sindaco in carica s’intitola “Il Pgt è una scusa” e appunto torna al tema del Pgt su cui i due fronti si sono sfidati a lungo, a suon di comunicati, controcumunicati e minacce di querele.  «Alla nostra lista, dopo aver ascoltato tutte le serate di propaganda, di Futuro Comune, è sorto un dubbio sulla destinazione futura presunta di un’area edificabile con parziale cambio d’uso (PA 14-15) per intenderci, l’area che Busellato chiama ex SIAC».

Zeni rivendica la modifica d’inquadramento con «la possibilità di costruzione di un centro sportivo, dice che «non si è stravolto praticamente nulla a livello ambientale anzi si sono migliorati i vincoli verdi» ma soprattutto dice: «Pensando ai vari interventi fatti dal candidato Sindaco di Futuro Comune, non ci convinceva l’accanimento, non giustificato sulle scelte dell’amministrazione».

E dunque? Il riferimento è alla lunga vicenda dei sinti di Gallarate, spostati nel 2007 nella zona al confine con Cavaria. In quell’occasione Busellato scrisse una lettera al collega sindaco di Gallarate Mucci (qui), perché i nomadi erano stati trasferiti «al confine con Cavaria con Premezzo».

Secondo Zeni Busellato si era schierato a favore dei sinti gallaratesi e questo spiegherebbe l’allusione al Pgt oggi: «Se la variante non avesse compreso i vincoli di cessione, del verde, la possibilità di eventuali costruzioni civili e industriali e l’obbligo di cessione di aree a favore del Comune, sarebbe rimasta a disposizione di qualsiasi intervento compresa l’occupazione abusiva».  Per Zeni la pressione sul Pgt punterebbe a «un trasferimento di nomadi come [Busellato] palesava nel 2007».

Se si va rileggere l’articolo del 2007, a dire il vero, più che una grande passione per i sinti sembra trasparire una certa preoccupazione per il campo nomadi costruito da Gallarate a ridosso del confine con  Cavaria.
È vero che (come sottolinea polemicamente Zeni), Busellato ricordava che i sinti italiani sono titolari di legittimi diritti: del resto si dimostrò poi che era così, era vero, quando il tribunale bloccò più volte lo sfratto delle famiglie.

Ma nel complesso Busellato faceva allora trasparire l’irritazione per esser stato informato dal sindaco di Gallarate «con una telefonata» del trasferimento del campo nomadi. E di fronte a quell’operazione «temporanea». Busellato diceva di credere che «le rassicurazioni date dal sindaco di Gallarate Nicola Mucci non reggano ad un primo esame un po’ approfondito» e che la soluzione scelta fosse «peggiore del problema che intenderebbe risolvere, e non soltanto per Cavaria con Premezzo» e temeva che l’insediamento provvisorio di via Lazzaretto si trasformasse in «una provvisorietà magari ventennale».

In effetti il campo nomadi tra Cedrate e Cavaria è durato dal 2007 al 2018, vent’anni no, ma undici.
Comunque, secondo Zeni quelle parole preoccupate indicano che Busellato non avesse nei suoi obiettivi tenere lontani i nomadi, ma prendere le loro difese.
Al punto da aver poi avviato una campagna sul Pgt, quindici e più anni dopo, per ottenerne il trasferimento a Cavaria.
Un’operazione che non pare molto credibile e persino complicata da attuare, ma che viene comunque ipotizzata da Zeni in questo finale di campagna elettorale.