La Cgil di Varese negli ultimi giorni della campagna elettorale ha organizzato tre incontri per affrontare temi politici in vista delle elezioni europee. Dopo Maria Angela Danzì con Simone Verni candidati del M5S, Cecilia Strada con Alessandro Zan del Pd, per la terza serata al circolo di Belforte sono arrivati Mimmo Lucano e Arianna Bettin della lista Alleanza Verdi Sinistra. Una sala pienissima con oltre cento persone per un incontro coordinato dal giornalista Andrea Giacometti.
Un incontro intervallato spesso dagli applausi del pubblico attento ad ascoltare due interventi diversi per tante ragioni, ma uniti dalla passione politica e dall’esperienza amministrativa. Lucano è un uomo del Sud che ha scelto di stare in mezzo alla sua comunità aprendo le porte a un fenomeno travolgente come l’immigrazione. Lo ha fatto ascoltando il cuore e cercando soluzioni concrete. Arianna Bettin è assessora a Monza, distante non solo mille e trecento chilometri, ma anche con una storia industriale e sociale completamente diversa da quella del piccolo paese della costa ionica.
Entrambi sono candidati nelle liste di Alleanza Versi e sinistra e hanno raccontato programmi ed esperienze.
“La nostra terra è depressa con una interferenza pericolosa delle mafie che non lasciano spazio. Una attività intrecciata con la politica ed è molto più complessa. – Mimmo Lucano è partito dall’analisi della sua Riace – La mia storia giudiziaria fa parte di tutto questo. La mafia non ammazza più ma si muove infangando le persone”.
L’esperienza dell’accoglienza è stata parte centrale del racconto di Lucano. Riace in quel periodo era un paese di case senza persone. “Apriamo il convento” furono le parole del Vescovo e poi si iniziò un lavoro nelle abitazioni che ormai non erano più vissute a causa di fortissima emigrazione. È nato così il villaggio dell’accoglienza e nel 2004 poi Lucano diventò sindaco restando in carica fino al 2018.
“Quanto successo a Riace – spiega l’ex sindaco – faceva paura e per questo si scatenò un caso che non era solo contro di me. Si voleva distruggere una esperienza che era fatta di una economia della speranza. L’accoglienza metteva al centro l’umanità e i valori e non veniva vista come un problema. I giudici hanno ristabilito la verità. Da una parte tutti i provvedimenti restrittivi della destra e dall’altra parte il modello Riace con le chiavi sulle porte delle case riaperte. Avevamo riaperto le scuole. La tragedia di Cutro è stato il punto più basso di questo governo. Una destra cinica che non ha voluto salvare le persone”.
Arianna Bettin è assessora alla cultura del comune di Monza e ha grande attenzione ai temi ambientali ed è partita da lì nel suo intervento. “L’alleanza verdi e sinistra è una cosa unica in Europa. Questo perché teniamo insieme i due temi della giustizia sociale e ambientale. Se guardiamo il tema delle migrazioni comprendiamo bene le ragioni del tener uniti i due aspetti della vita. L’Europa sta esternalizzando le frontiere, i conflitti e questa è una grossa responsabilità. Lo stesso vale per il cambiamento climatico. Dobbiamo lavorare a grandi cambiamenti facendo investimenti seri nel trasporto pubblico ad esempio. Va rivista la politica fiscale per avere un sistema tributario unico per ridare alle comunità locali maggiori possibilità di intervento”.
C’è un contesto comunicativo complesso dove sembra che le persone abbiamo sempre meno attenzione.
“Siamo condizionati dalla comunicazione. – Ha proseguito Bettin – C’è un trasporto di rabbia tra le persone. Noi non possiamo adeguarci a questa situazione. Possiamo provare a tenere in maggior conto l’emotività per far leva sulle passioni. Ci siamo un po’ spenti mentre la destra ha un modo di presentarsi più diretto. Non dobbiamo ricorrere all’ideologia ma muoverci sui valori si”.
Per Mimmo Lucano da Berlusconi in poi c’è la dittatura dell’informazione. “Un esempio è la fiction che vennne realizzata dalla Rai su Riace. Hanno speso tanti soldi e poi non è stata trasmessa nemmeno dopo l’assoluzione. Dobbiamo ammettere però che come sinistra siamo autoreferenziali, parliamo in modo poco comprensibile”.
Il tema del lavoro è stato un altro punto centrale dell’incontro. “L’unione europea ha fatto molto sulla sicurezza e ha posto anche la questione del salario minimo. In Italia le cose però sono recepite in modo diverso. Il green deal è stato un primo passo per rivedere alcuni aspetti della produzione. Il tema della precarietà va affrontato con energia perché si diano reali opportunità ai giovani”.