Bici, montagna e una figlia cui insegnare valori di equità: Marco Galbiati, cinquant’anni, sindaco uscente di Castello Cabiaglio si ripropone in questo modo, sintetico e telegrafico, tipico della gente di montagna. Dopo due mandati alla guida del paesino della Valcuvia dal centro storico affascinante e immerso nel verde si presenta di nuovo agli elettori (Lista civica InContriamoCi).
Dunque la squadra: come l’ha scelta?
«Ho scelto persone competenti e con esperienza: c’è chi ha già amministrato, e sa cosa vuol dire. E ci sono nuovi volti: un docente al Politecnico, una professoressa di Lettere, una ragazza giovane esperta di grafica una persona anziana che darà un esempio frutto della sua esperienza come imprenditore, o un dirigente di multinazionale. Persone di cultura e professionalità: senza la cultura non si va da nessuna parte e non si ha visione ampia; non si riesce ad arrivare da nessuna parte»
Cosa può funzionare oggi a budget zero in paese? Le prime proposte che le vengono in mente
«Una comunicazione più efficace, anche se sarà difficile farlo a budget zero. Apro a questo proposito una parentesi sul volontariato che è importante ma col quale non si può affrontare tutto. Comunque una delle prime cose importanti che faremo sarà di sicuro coinvolgere di più la popolazione».
Progetti di più ampio respiro?
«Sicuramente sistemare tutta quell’area che abbiamo l’ingresso del paese (l’immobile che si incontra sulla sinistra provenendo da Orino che ospitava un tempo la sede della proloco ndr). Diventerà fulcro per gli abitanti del paese di Castello Cabiaglio, quindi un posto da adibire a feste pubbliche o private, dove si possano fare raccolte fondi per sviluppare il paese e dare spazio ai giovani, che assieme alla proloco saranno i protagonisti di questa idea».
Poi?
«Insisto sui giovani: dobbiamo prestare la massima attenzione alle fasce adolescenziali che effettivamente in questo momento, magari sono più deboli, e a cui noi adulti spetta di dare un imprinting per far capire che non esistono solo i social. Il messaggio deve essere: “non esistono solo situazioni per cui si vive in un mondo parallelo, che è quello appunto della rete, ma ci siano delle cose concrete nella vita”. Quindi mi preme davvero dare la possibilità ai giovani di tornare ad aiutare a fare, a creare qualcosa anche “con le mani“ anche con il rapporto fra i ragazzi, con interazioni reali che il nostro paese può e deve offrire».