Sessantasette anni, di cui 38 vissuti da amministratore locale, con un amore per la politica e per il suo paese che hanno origini molto lontane e che non lo hanno mai abbandonato. Sempre e solo appassionato, anche oggi, che ha deciso di ripresentarsi per il suo quinto mandato (il terzo consecutivo dal 2014) nella “sua Mesenzana”, che dice essere la «cosa più importante dopo gli affetti familiari».
Si tratta del sindaco uscente Alberto Rossi, la cui vicinanza alla politica locale risale a 41 anni fa, quando fu eletto per la prima volta in consiglio comunale. «Da quel giorno non ho mai perso l’entusiasmo per prodigarmi per quello che, a mio avviso, è il bene del paese”. Un paese in cui ha deciso di ricandidarsi perché si sente ancora in grado e in forza per sostenere «questo non semplice impegno. Essendo a riposo, ho del tempo da dedicare all’Ente, e gli impegni e le problematiche non mi deprimono ma mi galvanizzano».
Problematiche che in questi cinque anni, come racconta Rossi, sono spaziate da quelle legate alla pandemia all’impossibilità di nuove assunzioni. «Anche se la popolazione è aumentata in maniera considerevole, non si può superare la spesa media sostenuta nel triennio 2011-2013, pertanto non siamo in grado di assumere nuove figure» spiega Rossi, che si dice però determinato a fare in modo che Mesenzana resti un paese a misura d’uomo.
«Questo il motivo per cui, al momento, non si ha nessuna intenzione di mettere mano al PRG, in quanto il rapporto abitanti/servizi ed il giusto equilibrio tra abitazioni ed ambiente è stato raggiunto; questo è il segreto per un paese che sta bene». L’intervento più ambizioso del programma, «riguarda la scuola in sinergia con sport, ambiente, aggregazione e risparmio energetico, senza dimenticare la prosecuzione della pista pedonale e di tante altre realtà, dalle strade alla cultura, al volontariato passando dai servizi sociali alle opere pubbliche» aggiunge Rossi.
Quando poi gli si chiede come vede Mesenzana tra cinque anni, Rossi non ha dubbi. «Immagino un paese dove sia piacevole vivere e dove tutti collaborino per l’interesse comune e che il motto hegeliano “Pongo, pongo contro, poniamo insieme” (che faccio mio), possa unire i mesenzanesi bypassando le questioni politiche e che l’abitante di Mesenzana senta che può contare sul proprio Comune e possa dire: “questa comunità è la mia comunità, perché mi accompagna e aiuta nei momenti critici e condivide la mia gioia nei momenti felici».
Infine, alla domanda se teme l’astensionismo, il sindaco uscente risponde: «No, oramai è un male comune. Mi spiace solo che questo porta le persone a disinteressarsi della “cosa pubblica” e così facendo la politica perde molte delle intellighenzie presenti sul nostro territorio».