La diga di Gurone è entrata in funzione ieri mattina per evitare danni a valle lungo il corso dell’Olona. Un’opera ingegneristica la cui storia risale a 15 anni fa quando l’allora Presidente della Provincia Marco Reguzzoni portò sul tavolo dell’allora dirigente Susanna Capogna il progetto che giaceva dimenticato

Tutto è cominciato in una calda mattina di agosto di sedici anni fa. Sulla scrivania dell’ingegnere Susanna Capogna, dirigente capo della Tutela ambientale della Provincia di Varese, viene lasciata una fotocopia che riporta un titolo di giornale a tutta pagina: “La diga mai nata“.

Così inizia l’articolo che ripercorre le fasi preparatorie e che ricorda il ruolo ricoperto da Reguzzoni, candidato indipendente per Forza Italia alle prossime elezioni Europee,  che oggi sottolinea il valore di quell’investimento: «Il maltempo di queste ore, anni fa avrebbe procurato un disastro nel Varesotto e nell’Altomilanese. Per decenni abbiamo assistito ad allagamenti continui causati dalla furia dell’acqua dell’Olona. La stagione del mio buon governo in Provincia di Varese portò però a progetti utili per il territorio come la diga di Gurone, la quale in questi giorni meteorologicamente difficili ha contenuto il problema. Si tratta di un’opera che ho avuto l’onore di aver realizzato da presidente a Villa Recalcati, lavorando con una squadra straordinaria».

La diga è dunque l’esempio di un modello operativo da esportare anche a Bruxelles. «Oggi – prosegue Reguzzoni – si fa grande propaganda su questioni che interessano pochi e certamente non le comunità del Nord. Basta guardare le liste elettorali e le polemiche continue in cui si infila ad esempio il segretario leghista Matteo Salvini. Io sono sempre stato spinto dal buon fare e con una visione federalista dello Stato».

LA STORIA DEL PROGETTO DELLA DIGA