«Sono stati cinque anni sicuramente intensi, anche faticosi, ma io e il mio gruppo abbiamo vissuto questo primo mandato con passione, tanto tempo investito e con il massimo impegno». Il sindaco di Arcisate Gianluca Cavalluzzi non dice se proseguirà con un secondo mandato: al momento dell’intervista non ha ancora sciolto la riserva e sta valutando il da farsi insieme alla sua lista civica “Noi, voi, Arcisate”.
Stanco ma soddisfatto? Come valuta questi cinque anni alla guida di Arcisate?
Bene, abbiamo vissuto i due anni del Covid ma paradossalmente di fronte a questa situazione inedita siamo riusciti a fare tanto lavoro, non solo rispetto al programma ma proprio nel momenti più difficili della pandemia, aiutando la nostra comunità ad affrontarli e superarli. Di quei giorni irreali ricordo proprio il tanto lavoro, io e gli amministratori comunali ma anche i volontari eravamo impegnati si può dire tutto il giorno, tra risposte a chi aveva bisogno di aiuto per la spesa o le medicine, le mascherine che mancavano, le soluzioni da trovare senza un precedente a cui appoggiarsi. Ricordo che chiamavo ogni giorno le persone che avevano il Covid per sapere come stavano e che siamo riusciti a coordinare il grande lavoro di tante donne di Arcisate che hanno confezionato più di 10mila mascherine da distribuire. Poi c’è stato il momento delle vaccinazioni e ad Arcisate siamo riusciti ad allestire il punto vaccini gestito da medici e Comune, dove sono state vaccinate 50mila persone della Valceresio e non solo.
Rispetto al programma elettorale pensa di avere soddisfatto le aspettative?
Tenendo conto che per due anni l’emergenza Covid ha bloccato molte cose e assorbito forze e attenzione, posso dire di essere contento perché la nostra valutazione è di aver portato a termine il programma per oltre il 60%. Va detto anche che ci siamo ritrovati a gestire due opere pubbliche gigantesche che non avevamo avviato noi ma “ereditato” dall’amministrazione precedente, la palestra e Villa Teresa. La palestra con grande sofferenza è stata completata, Villa Teresa no, è ferma perché quando è stato fatto il progetto non sono state considerate alcune cose, come gli affreschi interni e i vincoli della Soprintendenza, ma anche il tetto da rifare e le facciate da restaurare. Questo si è riversato con un “effetto domino” che ha bloccato di fatto i lavori. Altre cose che non siamo riusciti a realizzare, anche a causa dell’aumento dei prezzi e della difficoltà di reperimento dei materiali dopo la pandemia, sono il monoblocco degli spogliatoi per l’atletica e la rotonda di Velmaio.
Vediamo ora le cose che avete portato a termine. Quali ritiene siano le più significative per la vita degli abitanti di Arcisate?
Dipende da quale punto di vista. Ad esempio sono molto orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto per il progetto “Arcisate cardioprotetta“, con la posa di 10 defibrillatori nel centro di Arcisate, nelle frazioni e vicino alla chiesa, tutti attivi h24 e segnalati ad Areu. Abbiamo fatto corsi di formazione per 120 cittadini e dipendenti comunali che ora sono in grado di utilizzarli e ne faremo altri. Restando in tema di salute e servizi abbiamo lavorato molto sulle pari opportunità per le donne e sul tema della lotta alla violenza, con l’inaugurazione di una panchina rossa e un’importante collaborazione con Eos, Centro di ascolto donna di Varese con l’apertura di uno sportello antiviolenza. Inoltre abbiamo fatto diverse azioni di prevenzione con una serie di screening senologici che hanno permesso di controllare 200 donne di Arcisate in collaborazione con i medici della Brest Unit di Varese e grazie all’associazione Caos.
Per quanto riguarda altri servizi per la cittadinanza abbiamo lavorato molto sulle scuole sia con interventi di manutenzione e riqualificazione ma anche di risparmio energetico, sia con l’ampliamento dei servizi scolastici. Oggi i tre plessi scolastici hanno tutti la possibilità di fare pre-scuola e dopo-scuola in sede, mentre prima nelle scuole di Brenno e Dovese dovevano spostarsi. Per i giovani abbiamo istituito il Consiglio comunale dei ragazzi e il Battesimo civico dei 18enni, che prima non c’erano e che sono due strumenti di inclusione e dialogo per i nostri cittadini più giovani. Infine per quanto riguarda i servizi culturali è stata ampliata la Biblioteca sfruttando alcuni spazi della sala consiliare.
In tema di lavori pubblici cosa possiamo “spuntare” dal programma?
Sicuramente l’aver portato a termine la costruzione della palestra, un progetto che ha richiesto un grande sforzo sotto tutti i punti di vista. Abbiamo lavorato molto sulle strade, dalla cosiddetta “via dei frontalieri” illuminata e asfaltata, alla realizzazione dei marciapiedi che ora permettono di andare in sicurezza da piazza Garibaldi fino alla Comunità montana. Abbiamo migliorato la segnaletica orizzontale e la cartellonistica, ma anche la sicurezza con la posa di dissuasori di velocità nei punti più sensibili e l’abbattimento delle barriere architettoniche sui marciapiedi, in alcuni tratti ancora da completare ma praticamente finito. Infine è iniziata la riqualificazione del centro storico con la posa dei sanpietrini completata nel primo lotto e che sarà seguita a breve dal secondo. per ultimo abiamo fatto interventi migliorativi al Parco Lagozza, con la sistemazione dell’anello che ora è percorribile anche con le carrozzine, e abbiamo dotato tutti i parchi giochi del paese di tappetini antitrauma.
Anche la sicurezza cosa aveva una parte importante nel vostro programma. Cosa avete fatto in questo ambito?
Direi che abbiamo sicuramente fatto molto, con l’implementazione del sistema di videosorveglianza che ora è davvero articolato e copre tutti i parchi pubblici, i cimiteri e i varchi di ingresso e uscita dal paese. Importante anche perché essendo al centro della Valceresio, è un servizio che “copre” anche i paesi vicini. Oggi ancora più efficace perché la nostra Polizia locale ha la gestione diretta di tutta la videosorveglianza, compresa la rete della stazione, grazie ad un accordo con Rfi. Infine non dimentichiamo il grande lavoro fatto con la Protezione civile, un nucleo di 20 persone attive e sempre pronte per far fronte alle emergenze.
Cosa le rimane di questi cinque anni?
La cosa a cui tengo di più e che credo sia il senso del nostro mandato è il modo in cui io e i miei amministratori ci siamo rapportati con i cittadini di Arcisate, con una sincera volontà di ascolto sia a livello istituzionale, come è stato fatto con gli incontri nei quartieri, sia a livello personale. Chiunque abbia avuto bisogno di parlare con me ha trovato la porta aperta per qualunque problema. Mi porto a casa da questi cinque anni anche il grande clima di collaborazione con assessori e consiglieri che mi hanno sostenuto, con cui c’è stato un rapporto davvero sereno, di grande dialogo e unità di intenti nel valutare non solo gli interventi del programma ma anche le proposte e i suggerimenti dei cittadini. Purtroppo lo stesso non può dirsi del rapporto con l’opposizione, che ha mantenuto sempre un atteggiamento di chiusura e con cui il confronto è stato spesso poco costruttivo.