Si chiama remanufacturing ed è un concetto che si inserisce nel modello dell’economia circolare. Il passaggio fondamentale di questa nuova visione consiste nell’allungare la vita utile di componenti di un prodotto che altrimenti verrebbero considerati rifiuti. Potremmo definirlo rigenerazione di prodotto già sperimentato perfetto per quanto riguardala componentistica del settore meccanico o dell’automotive.

MalpensaFiere, a Busto Arsizio, ha ospitato un convegno dedicato a questo tema dal titolo “Remanufacturing: l’economia circolare 2.0 che cambierà la manifattura“. Ad aprire i lavori il presidente della Camera di Commercio di Varese, Mauro Vitiello che ha dichiarato: «Questo incontro segna l’inizio di un progetto avviato da qualche mese che punta a trasformare MalpensaFiere in un Sustainability hub per l’economia varesina, fungendo da punto di incontro tra enti, istituzioni e imprese del territorio. Qui stanno già lavorando Centrocot con il suo Multilab, e sono attivi istituti tecnici superiori che formano i giovani anche sulle tematiche della sostenibilità È un buon punto di partenza, ma il nostro obiettivo è rendere questo percorso ancora più ricco di sviluppi».

RECUPERARE LE FUNZIONI DEI COMPONENTI

La parola remanufacturing non è così conosciuta. A spiegare il significato agli intervenuti al convegno, moderato dal giornalista di Radio24 Maurizio Melis, ci ha pensato Tullio Tollio, docente del Politecnico di Milano.  «Si tratta di un approccio innovativo alla vita dei prodotti. L’idea chiave è quella di recuperare le funzioni di alcuni componenti, permettendo di riutilizzare il prodotto o sue parti più volte. Tuttavia, questo modello di economia circolare avrà un futuro solo se sarà economicamente vantaggioso per le imprese».

INVESTIRE IN SISTEMI FLESSIBILI

Secondo Tollio, per intercettare questo circolo virtuoso, c’è una sola vi: «Investire in tecnologie che permettono di realizzare sistemi manifatturieri flessibili, capaci non solo di costruire, ma anche di decostruire. Questo renderebbe il settore manifatturiero più sostenibile, migliorando l’immagine ambientale delle imprese agli occhi dei consumatori finali».
L’obiettivo è dunque far sì che l’intero sistema economico delle imprese, e non solo le singole, sappiano adattarsi a questo nuovo modello, che richiede flessibilità e tracciabilità lungo l’intera catena di fornitura. «Tutte le piattaforme manifatturiere – ha sottolineato Tollio – devono essere pronte a mettersi in gioco, e la Lombardia potrebbe guadagnare un vantaggio competitivo, attivandosi per prima nella sinergia tra imprese, università, Camere di Commercio e altri enti coinvolti. È una sfida che non possiamo permetterci di perdere» .

DUE CASI

La giornata ha poi approfondito il tema dal punto di vista aziendale, con un focus sulla compilazione del bilancio di sostenibilità. L’evento si è concluso con le testimonianze di due imprese lombarde, Sapi srl e Tesya spa, gia attive nel remanufacturing. Sapi Srl è un’azienda specializzata nella rigenerazione di materiale consumabile e relativo software, quali stampanti e fotocopiatori; Tesya Spa, invece, è costituita da un gruppo di 25 imprese che, partendo da quello che fu il ruolo originario di rivenditore di Caterpillar in Europa, collabora nel trovare soluzioni nel campo dell’automazione applicata a diversi settori.