Cosa manca a Gavirate? Qual è il suo valore? Cosa cambiereste?
A dieci giorni dal voto abbiamo sondato gli umori dell’elettorato gaviratese che sarà chiamato a scegliere il prossimo sindaco. L’occasione è stata il mercato del venerdì, appuntamento che le tre liste non disertano, dislocate in punti diversi. Il gazebo di Gavirate In Comune con il candidato Massimo Parola è all’intersezione tra via Garibaldi e via Marsala, Simone Foti con il suo gruppo “Gavirate s’è desta” è poco più avanti nell’ufficio elettorale. Gianni Lucchina con Vivere Gavirate è nel piazzale Marconi con il camper parcheggiato.
Nonostante la giornata non sia delle migliori in questa primavera piovosa, di gente ce n’è ma l’argomento “elezioni” non è molto dibattuto.
Tra gli argomenti più caldi c’è sicuramente quello del decoro urbano: «In 60 anni che abito a Gavirate non ho mai visto le strade così sporche» si lamenta una signora. Il tema dei rifiuti è sentito così come quello della manutenzione delle aiuole non solo nel centro cittadino “ma anche nelle frazioni”.
Una giovane coppia in attesa è sicura: « Speriamo in politiche a sostegno delle giovani famiglie». E questa è sicuramente una questione centrale, anche se non solo a Gavirate. La neo città deve affrontare la sostanziale inamovibilità della sua popolazione: negli ultimi 20 anni il numero di cittadini è rimasto pressoché invariato ( tra i 9479 del 2003 e i 9150 nel 2023) ma con un’età media in evidente crescita.
Due donne straniere, elettrici a Gavirate, chiedono maggiori servizi e benefit in favore delle famiglie mentre un residente a Oltrona fa notare che la diminuzione di bambini ha portato sia alla chiusura della scuola ma anche allo svuotamento dell’oratorio della chiesa rionale, un tempo centro nevralgico. Manca l’attenzione alle fazioni, vissute come periferiche e, quindi, marginali, mentre chi ci abita da tempo ricorda quanto fossero vivaci, capaci di essere centri di socialità propositiva.
Una giovane donna, neo residente, non ha ancora dimestichezza con le priorità gaviratesi ma un problema grosso lo sta vivendo: ha comperato casa in riva al lago e le acque hanno fatto visita: « Non ce lo aspettavamo. Speriamo che sia una situazione eccezionale e che si possa, in futuro, avere dei sistemi di controllo».
Gavirate, però, rimane ancora il centro più attrattivo del circondario: madre e figlia, residenti in un comune limitrofo, amano sempre tornare qui dove hanno trascorso molti anni: « Avevo un’attività commerciale – spiega la madre – ma erano altri tempi. Oggi la società è cambiata, siamo tutti più chiusi, meno disposti a fare conversazione, amicizia. Siamo sempre di fretta. Quando avevo il negozio c’era un gran via vai e c’era sempre qualcuno con cui chiacchierare…». Tempi andati che, però, non sbiadiscono l’attaccamento per questa città: « Gavirate ha tutto: servizi, passeggiate, negozi – commenta la figlia – Io vengo sempre qui perché mi piace girare. Per me questo è il comune più bello della zona».
Il commercio non è un tema considerato critico anche se è evidente che l’offerta si sia ridotta: le bancarelle al mercato sono diminuite ( “ e andrebbero compattate”) e molto saracinesche sono abbassate : « Si tratta soprattutto di attività storiche – spiega una commerciante – chi va in pensione pensa solo ai suoi interessi, come è giusto che sia. Si preferisce lasciare spazi sfitti anziché abbassare le proprie richieste di affitto. Così la via si svuota e il colpo d’occhio ne risente».
Nella breve e parziale chiacchierata al mercato sono mancati del tutto i temi del turismo, della cultura dello sport, che, sono pur fondamentali e che sarebbero stati citati in zone più amene e in giorni della settimana più adatti.
Di problemi o carenze non sembra accorgersi un “Gaviratese Doc” con alcune primavere alle spalle: « Io sono nato e cresciuto a Gavirate. Qui mi piace tutto. Per me va bene qualsiasi sindaco. Purché sia un gaviratese puro!».