Era circa il 1980 quando Vanes Piazza, allora chimico presso la Ratti di Luino, decise di cambiare completamente la sua vita e diventare un allevatore. Nato e cresciuto a Trezzino di Dumenza, scelse come nuova “casa” l’Alpone, una frazione di Curiglia, «allora conosciuta come la “città morta”» racconta Piazza, che fu immediatamente catturato dal potenziale inespresso di quel luogo e si impegnò personalmente, insieme alle autorità locali e non, per migliorare l’accessibilità della zona.
Affittò alcune baite per continuare il suo lavoro e fu proprio lì che ebbe inizio la sua avventura come allevatore, dando vita al famoso agriturismo “Le Gemelle” e gestendo il rifugio situato a 1200 metri di altitudine. Un rifugio che divenne presto meta ambita dagli escursionisti, soprattutto svizzeri, ma che purtroppo «il sindaco ha intenzione di chiudere, come comunicatoci a voce da lei, perché dice non essere più a norma – dice Piazza -. Un grande dispiacere, soprattutto per tutti gli abitanti di Curiglia e gli amanti dell’Alpone che con fatica, e grazie all’impegno e agli aiuti economici di Don Giorgio, lo hanno costruito».
Ma ora, come lo stesso Piazza ci racconta dopo averlo raggiunto ai piedi dell’inizio della salita per raggiungere Monteviasco, «è giunto il momento di lasciare la montagna, pur non abbandonando il mio territorio». Anzi. Chiuse le porte dell’agriturismo e delle stalle, con l’intento di trovare qualcuno disposto a proseguire la sua attività, e venduto l’altro agriturismo “Le Gemelle” a Curiglia, Piazza ha deciso di intraprendere una nuova sfida: candidarsi come sindaco di Curiglia con Monteviasco, e tra le sue priorità emerge proprio la riqualificazione del rifugio all’Alpone, attività importante per il paese.
Una decisione «che arriva dopo che diversi elettori del paese e delle frazioni me lo hanno chiesto – spiega Vanes -. Il paese è deserto, vuoto, e noi vogliamo invertire la rotta. L’obiettivo è farci arrivare gente, aprire attività commerciali, agricole». Mentre per aumentare la popolazione e far fronte alla denatalità, «abbiamo intenzione di sostenere le associazioni impegnate nel mantenimento e nello sviluppo del territorio attraverso donazioni e aiuti, e stimolare l’incremento demografico delle famiglie residenti nel Comune, riconoscendo un bonus di €4000 alla nascita di un figlio. Inoltre, per le persone in difficoltà economica, prevediamo un bonus famiglia variabile, calibrato sulle specifiche situazioni». Fondi questi che, come racconta Vanes, “uscirebbero” direttamente dagli stipendi del sindaco, che se eletto, deciderà di non ricevere, e da un piccolo fondo privato di Curiglia destinato alle persone bisognose.
Con una vasta esperienza sul territorio e al di fuori di esso, sia come volontario che come esperto del settore agricolo per la Regione Lombardia e membro della commissione di Camera di Commercio per l’albo degli imprenditori agricoli, la squadra che sostiene Vanes non ha dubbi sulla sua competenza: «Vanes è la persona più adatta a rappresentare il territorio. Conosce ogni suo angolo e la sua comunità». E, in effetti, come lo stesso Vanes ci confida, per lui Curiglia con Monteviasco rappresenta tutto il suo mondo, «è tutto per me».
Seduto davanti alla Funivia, dove lo abbiamo incontrato dopo la sua visita nel borgo di Monteviasco, Vanes ci delinea poi i prossimi passi e le sue visioni per il territorio: «Non sono contrario alla politica adottata in questi anni, ognuno fa quello che può, ma c’è bisogno di far ripartire questo territorio, in tutti i sensi. Qui deve funzionare l’edilizia dei sassi, le imprese agricole. Bisogna incrementare le attività locali, che spaziano dal commerciale all’agricolo, recuperare la nostra tradizione enogastronomica e i nostri sentieri. Oltre che risolvere i problemi di collegamento e migliorare i servizi».
Il suo sguardo in ultimo si posa proprio dietro di lui, alla Funivia: «Spero che riaprano presto, per gli abitanti di Monteviasco, per il turismo. La prima cosa che farò se dovessi diventare sindaco? Beh, cercherei sicuramente di snellire tutte le pratiche per farla ripartire il prima possibile» conclude Piazza, lasciando un messaggio ai suoi elettori: «Ho deciso di candidarmi a seguito di una crescente preoccupazione per il paese, ma soprattutto perché amo questo luogo. Spero di riuscire, soprattutto di riuscire a fare del bene per i miei compaesani. A loro l’ardua sentenza, e se non dovessero votarmi, ringrazio comunque».
Per consultare gli altri punti del programma, clicca qui