Giovanni Resteghini ci ha pensato a lungo, poi ha deciso: non si ricandida per il terzo mandato da sindaco di Bisuschio. E’ dunque il momento dei bilanci, quello di fine mandato per tirare le somme dell’ultimo quinquennio, e quello di una ben più lunga esperienza amministrativa, che conta 5 anni da assessore e dieci da sindaco.
Com’è stato il mandato che si conclude e che per lei è anche l’ultimo, vista la sua decisione di non ripresentarsi.
Molti avvenimenti hanno caratterizzato questo mandato ma uno su tutti ne ha influenzato grandemente il percorso. Quello della pandemia del Covid-19 è stato un periodo che ha esasperato i problemi già esistenti, che ne ha creati di nuovi, che ha mandato in tilt interi comparti produttivi e dei servizi; la vita sociale stessa è stata sconvolta e tutte le età della vita sono state messe in crisi con particolare asprezza per le età più delicate e cioè l’infanzia, l’adolescenza e la vecchiaia. Non voglio ora rifare tutte le analisi che sono già state fatte ma due riflessioni le farei volentieri. La prima è che quel periodo ha paralizzato completamente le opere e che le misure burocratiche e organizzative che ne sono seguite hanno reso ancor più complessi i procedimenti; anche chi ha eseguito lavori di edilizia privata ha potuto costatarlo. La seconda riflessione riguarda invece i rapporti interpersonali: durante la pandemia la maggior parte delle persone si è isolata dagli altri ma tante hanno dato vita a splendidi esempi di altruismo. Non posso dimenticare di quei giorni il grande impegno di molti. Purtroppo di questo ci siamo subito dimenticati e degli insegnamenti che potevamo trarre dal Covid non abbiamo fatto tesoro.
Rispetto a quanto vi eravate prefissati nel programma elettorale pensa di avere soddisfatto le aspettative?
Abbiamo lavorato molto, anche se con i problemi creati dalla pandemia non tutti i tempi sono stati rispettati. Sono invece contento di aver completato la rete della mobilità a piedi con la realizzazione dei marciapiedi mancanti. Ora si può viaggiare in tutto il territorio in sicurezza, manca solo un peduncolo a Ponte verso Arcisate.
Tanti lavori (asfaltatura e altro) sono pronti ma mancano all’appello per colpa della burocrazia ma tanti altri sono giunti al termine. Uno su tutti la sistemazione del centro storico e la creazione della nuova piazza della chiesa.
Abbiamo fatto molto per scuola e cultura: tutti i festival teatrali, la biblioteca, gli incontri a scuola e le attività con le associazioni.
Una cosa di cui è particolarmente orgoglioso?
Sicuramente il lavoro fatto per salvare l’Ospedale di Cuasso al Monte, con la creazione della Commissione ha sviluppato un progetto sul rilancio di un luogo così importante quando tutti volevano chiuderlo, e che ha mantenuto l’attenzione su una risorsa di grande valore naturale, sanitario e culturale quando nessuno credeva nelle sue potenzialità. Ora l’Ospedale è al centro di un progetto grandioso di ospedale universitario e di un progetto di parco e di questo sono orgoglioso.
Qualcosa invece che non è andata per il verso giusto?
Le vicende legate al rifacimento del centro paese sono state per me di grande turbamento e in particolare mi ha colpito la veemenza di alcuni verso la nostra proposta di creazione di una ZTL, una proposta ragionevole che avrebbe costituito un’occasione positiva per il nostro comune, per i suoi abitanti e per le attività produttive. Da quel momento si sono susseguite azioni (diffide, raccolte di firme…) che anziché unire e cercare soluzioni producevano divisioni. Nel contempo in seno all’Amministrazione si sono cercate soluzioni con tanta buona volontà ma devo dire che comunque ognuna di esse avrebbe causato malcontenti ulteriori. Devo onestamente dire anche che nelle mie riflessioni poco o nulla hanno suscitato i dibattiti, spesso strampalati, che si svolgono sui social. L’abitudine nel voler contestare a prescindere ogni azione portata avanti dal sindaco, la diffusione di notizie false e tendenziose, l’insulto gratuito però mi hanno ferito e questo mi ha spinto ancor di più a non cercare un confronto via social, dove vi sono molte persone intelligenti, impegnate e propositive ma altrettanto numerosi sono i leoni da tastiera. nella vita reale invece abbiamo dimostrato la volontà di ascoltare tutti. Non sempre le persone o i gruppi che ci hanno incontrato sono uscite soddisfatte dagli incontri ma a nessuno è stato negato lo spazio per esprimersi. Da sindaco ho ricevuto innumerevoli richieste di incontro. A volte si trattava di un bisogno di comunicazione e il solo fatto di ascoltare era sufficiente a dare soddisfazione a queste persone. Altre volte era la necessità di segnalare difficoltà nei servizi e ho sempre apprezzato il fatto di rivolgersi direttamente al Comune piuttosto che contentarsi di segnalarlo sui social media. Tra l’altro le segnalazioni sui social risultano spesso essere imprecise, fuori tempo, fatte semplicemente per raccogliere il consenso degli altri frequentatori piuttosto che per trovare soluzioni ai problemi. Altre volte ancora mi si volevano segnalare abusi di ogni genere: in questi casi ho sempre approfondito la cosa coinvolgendo gli organi più adatti o segnalando alle autorità competenti. Quante volte ho dovuto indirizzare i cittadini, e quante volte i leoni da tastiera mi hanno accusato di cose che non
dipendevano dalla mia autorità e dalla mia volontà. Spesso con insulti e osservazioni fuori luogo. Purtroppo l’educazione civica non sta di casa tra i campioni dei social.
Parliamo anche delle cose non fatte. Cosa manca all’appello?
Una cosa di cui avrei voluto essere protagonista e che mi dispiace non sia accaduta è quella della maggiore unione tra i Comuni, che avrebbe sicuramente portato benefici al nostro Comune e alla nostra valle. Penso ad ambiti come quello dell’amministrazione finanxziaria o alla Polizia locale. Un’unione che è stata invece realizzata con il Piano di Zona (e con il Distretto sanitario che coincide con il Piano) che si occupa di sociosanitario per tutta la Valceresio e che vede tutti i Comuni uniti . I risultati raggiunti in questo ambito sono la dimostrazione che la strada da percorrere è questa. Occorreranno ancora anni ma mi sembra inesorabile che si debba arrivare a un’unione, pur mantenendo la specificità dei vari paesi e frazioni.
In questo senso Bisuschio è riuscito a dare la direzione?
Nel periodo della nostra amministrazione ci abbiamo lavorato molto, caricandoci sulle spalle cariche e responsabilità nella valle ma anche oltre. Si è trattato di cariche onorifiche cioè si è lavorato senza avere compensi aggiuntivi, ma lo abbiamo fatto per senso del dovere e soprattutto per dare il contributo di Bisuschio così come molti altri comuni fanno. Con i miei colleghi sindaci abbiamo lavorato in Comunità montana dove ho presieduto, succedendo alla cara Mariangela Bianchi, già sindaca di Induno Olona, la Commissione sulla sanità di valle e sull’Ospedale di Cuasso al Monte. Ci siamo anche impegnati nel campo della rappresentanza dei Sindaci presso ATS Insubria arrivando a presiedere il Collegio dei Sindaci delle province di Como e Varese. Insomma il nostro impegno è andato ben oltre l’ordinaria amministrazione anche in questi campi. Senza contare che nel Piano di Zona ho presieduto durante entrambi i mandati l’Assemblea dei Sindaci mentre l’assessora Fumagalli ha coordinato il Tavolo di lavoro degli assessori ai Servizi alla persona.
Mi ha fatto piacere anche partecipare a tutte le Assemblee a livello provinciale nelle quali i Sindaci e gli Amministratori locali si trovano per governare la Provincia, per amministrare la società pubblica di gestione delle acque e della depurazione, degli organi di controllo, del sistema bibliotecario. A livello provinciale molto ho imparato dalla partecipazione al GLP che è il gruppo di lavoro sulla salute mentale, formato da persone meravigliose che operano per una giusta gestione delle attività psichiatriche nella nostra provincia e del rispetto per i malati.
L’ultima partecipazione in ordine di tempo nel campo del territorio provinciale è stata la fondazione, insieme a colleghi e amici, del Centro Studi Comuni Orizzonti, un’associazione che intende essere aperta a tutti e che vuole essere spazio di confronto e di approfondimento delle tematiche sociali e amministrative attuali. Di questa associazione vorrò essere membro attivo anche dopo il mio eventuale ritiro dalla pubblica amministrazione. Concliudendo mi sento di dire che s^, il Comune di Bisuschio sotto la nostra amministrazione ha segnato una direzione, una strada che chi mi succederà mi auguro voglia proseguire, a vantaggio di tutti.
In questi giorni si chiude per lei una lunga esperienza da amministratore, cosa vuole dire a chi l’ha affiancata in questi anni?
Devo ringraziare tante persone, a partire dai funzionari e dagli impiegati comunali per la collaborazione fedele che mi hanno assicurato durante gli anni del mio mandato, così come ringrazio i segretari comunali oltre all’attuale Segretario generale). E poi le associazioni. Come dimenticare tutto il bene profuso dal Gruppo Alpini con cui ho vissuto anche momenti di forte emozione! Alla Proloco devo molto soprattutto per il ruolo di guida dei volontari durante i giorni bui del Covid. Al Nucleo mobile di Protezione civile che veglia su tutti. Alle società sportive che pensano quotidianamente alla salute e alla formazione di giovani e adulti. Alle associazioni culturali, prime fra tutte M42 e GAM. A Intrecci Teatrali: con loro abbiamo creato il festival teatrale di Bisuschio e tutte le altre manifestazioni e progetti sino alla Piccola Brera. Tutte queste associazioni che fanno crescere la popolazione o che preservano la cultura popolare come il Corpo musicale e gli Instabili. Gli Scout e l’Oratorio, guidato dalla Parrocchia, che camminano a fianco di bambini e ragazzi completando l’azione altrettanto eroica portata avanti dalla scuola. Mi è sempre piaciuto definire Bisuschio come un paese delle scuole: nel nostro comune l’offerta scolastico-educativa potrebbe essere considerata completa. Un grande grazie va alla popolazione che non solo mi ha eletto ma che mi ha anche sostenuto. Quante volte mi sono sentito dire “forza, non mollare”; ma anche “grazie”. Vorrei ringraziare ancora chi ha collaborato con me in qualità di consigliere, assessore, vicesindaco. Senza di loro non sarei stato capace di dare tanto. Li ringrazio tutti, anche quelli che hanno percorso con me solo una parte del cammino, sono però particolarmente grato a quei consiglieri e assessori che sono rimasti con me sino ad oggi. Un altro grande ringraziamento va a tutti i volontari che permettono quotidianamente lo svolgimento di servizi essenziali nelle attività scolastiche e educative, in biblioteca, nelle attività culturali e ricreative per bambini, ragazzi e anziani, per la pulizia del territorio, per l’assistenza alle persone fragili.
Molto devo anche ai miei colleghi sindaci e agli amministratori con i quali ho lavorato in diversi organi. Non mi sono mai tirato indietro e questo è stato grazie all’esempio che molti di loro mi hanno dato.
Vorrei dire grazie ai miei amici che ho trascurato ma che mi sono rimasti affettuosamente vicini. Infine ringrazio per la pazienza e la collaborazione i miei familiari che hanno sopportato le mie assenze e la mia continua distrazione. Mia moglie che mi è sempre vicina con giuste critiche ma soprattutto con suggerimenti e aiuti. I miei figli e i loro cari e i miei nipotini che hanno dovuto sopportare un nonno con il cellulare in una mano e l’agenda nell’altra.
Come ho cercato di fare sino ad ora continuerò negli anni che mi restano a essere utile agli altri, sicuramente sbagliando spesso ma mettendoci sempre un po’ di buona volontà.