Aula Magna di Malnate quasi al completo per la presentazione dei candidati alle europee del Partito democratico nella circoscrizione nord-ovest, Giorgio Gori e Irene Tinagli, affiancati dal candidato sindaco Nadia Cannito e dal consigliere regionale Samuele Astuti.
Un’intera filiera di partito a confronto con la cittadinanza per parlare di sanità, forse il tema più caldo e sentito da una popolazione che invecchia e dove l’inverno demografico sembra essere l’unica stagione che in un’epoca di cambiamenti è destinata a non cambiare.
Quando si parla di sanità in Italia, c’è sempre la sensazione che ci sia uno scarto tra la narrazione fatta dal sistema e quella vissuta dai cittadini. Uno scarto ben rappresentato da una lettera inviata pochi giorni fa da un cittadino al quotidiano Varesenews le cui parole hanno aperto la serata.
(nella foto da sinistra: Irene Tinagli, Nadia Cannito, Giorgio Gori e Samuele Astuti)

SANITÀ LA PRIMA PREOCCUPAZIONE DEI CITTADINI

Giorgio Gori in un recente post su X (l’ex Twitter) scriveva: «In 13 paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, la sanità è la prima preoccupazione dei cittadini. La popolazione invecchia e l atenuta dei sistemi di welfare di molti paesi è sempre più precaria. Serve che sulla Sanità l’Ue acquisisca maggiori competenze».
L’ormai ex sindaco di Bergamo – a giugno scade il suo secondo mandato – pone una questione centrale evidenziata dalla recente pandemia. «Fino a oggi L’Europa in materia di sanità ha avuto una competenza a dir poco residuale – ha sottolineato Gori – occorre che in questa materia Bruxelles assuma un ruolo guida vero».
L’esperienza di sindaco, che è il primo responsabile in ambito sanitario della comunità che amministra, ha insegnato al candidato alle europee che «avere una responsabilità così importante, senza le leve economiche necessarie per affrontarla» non solo è frustante, ma rende più complicata l’applicazione dell’articolo 32 della Costituzione, secondo cui «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».

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LE RISORSE NON BASTANO

Con la popolazione che invecchia e il conseguente aumento della domanda di buona sanità, la coperta delle risorse si accorcia, con il rischio lasciare scoperto una buona fetta di popolazione. Ancora una volta l’esperienza di sindaco si rivela una palestra interessante per trovare risposte alternative sussidiarie. «A Bergamo abbiamo fatto molti passi in avanti – ha sottolineato Gori – nella costruzione di un welfare di comunità, insieme al terzo settore e al mondo del volontariato, ma altrettanti se ne richiedono, se vogliamo che il sistema regga».

LA SPERANZA NEL PNRR

Le speranze dei cittadini per rispondere a quell’aumento di domanda di buona sanità sono tutte rivolte al Pnrr. Per affrontare questo tema non ci poteva essere interlocutore migliore di Irene Tinagli, eurodeputata e presidente della Commissione problemi economici e monetari del parlamento europeo, considerata a Bruxelles la deputata più influente dell’europarlamento, soprattutto in campo economico. Insomma, una che a differenza di tanti altri ha lavorato sodo e senza sosta nella negoziazione di molti dossier a partire da quello più importante: il regolamento relativo al Recovery fund che finanzia i piani di ripresa e resilienza (Pnrr) nazionali. «Ci sono state sedute di negoziazione che sono durate fino a venti ore consecutive – ha raccontato l’eurodeputata – Nel caso del Recovery fund destino ha voluto che cadesse nel semestre di presidenza tedesca dell’Unione europea con l’ambasciatore tedesco in Italia Viktor Elbling. Riuscire a portare a casa un risultato sull’anticipo dei fondi significava superare la diffidenza di molti paesi del nord. È stata una negoziazione importante su un dossier che non poteva contare su precedenti e su cui l’Europa si giocava il suo futuro».
Non ci sono in vista “rivisitazioni” dei fondi del Pnrr soprattutto per chi spera di trovare in quei fondi le risorse per finanziare la spesa necessaria per il personale sanitario. «Parliamo di fondi strutturali – ha precisato Tinagli – e pertanto non finalizzata a sostenere la spesa corrente».

PUBBLICO E PRIVATO

La prospettiva di una sanità sempre più privatizzata voluta dal centrodestra in Lombardia si riflette nei numeri presentati da Samuele Astuti consigliere regionale e membro della Commissione sanità. «Gran parte del bilancio di Regione Lombardia che ormai supera i ventidue miliardi di euro va alla sanità – ha detto astuti – Su un totale di 238 ospedali ben 104 sono strutture private. Per il settore pubblico la remunerazione media per una giornata di ricovero è di 4170 euro, mentre per il privato è di 5000 euro con una differenza di 830 euro che moltiplicati per 3 milioni e 200 mila giorni di ricovero equivalgono a 2 miliardi e 560 milioni di euro. Che il privato accreditato sia sfuggito di mano a chi lo sostiene non è più una sensazione, ma un dato di fatto».

LA CASA DELLA COMUNITÀ A MALNATE

Il distretto di Varese avrà due case della comunità, una nel capoluogo e una proprio a Malnate. Una prospettiva che la candidata sindaco accoglie come premessa favorevole per rispondere all’aumento della domanda di salute da parte della popolazione. Un iter tutt’altro che semplice, complicato prima dalle dimissioni di Letizia Moratti e poi dalla “rinegoziazione” – anche se spettava di diritto – con il nuovo assessore al Welfare Guido Bertolaso.
«Per le cittadine e i cittadini sarebbero molti i vantaggi di avere una casa della comunitàha detto Nadia Cannito -. Significherebbe avere un’area dedicata ai servizi di prevenzione e promozione della salute, un accesso più rapido ai servizi ambulatoriali e di diagnostica, più attività consultoriali, monitoraggio e coordinamento dei percorsi di cura e, soprattutto, un alleggerimento del carico sugli ospedali».