Ha del clamoroso quanto sta avvenendo a Olgiate Olona dove il sindaco Gianni Montano, la giunta e i consiglieri di maggioranza rischiano di correre alle prossime elezioni senza il simbolo e il nome della lista coi quali avevano vinto le elezioni cinque anni fa e cioè “Paese da vivere”.
Ed è proprio attraverso la pagina social della lista civica Paese da vivere, poi disattivata, che è arrivata la comunicazione, sparita pochi minuti dopo la pubblicazione insieme al profilo:
Comunicazione importante: Il simbolo della lista civica “Paese da Vivere” non correrà alle prossime elezioni. Questa decisione è stata presa perché la maggioranza dei membri della lista civica ha scelto di non ricandidarsi o di appoggiare un altro schieramento politico.
Nei precedenti mandati non si era mai vista una così considerevole perdita di persone e di risorse che hanno preso, per i motivi più svariati, le distanze da un sindaco in carica.
Per evitare confusioni e nel rispetto dei cittadini olgiatesi abbiamo deciso quindi di non partecipare alle prossime elezioni.
Ci rivediamo tra 5 anni.
Grazie per il vostro sostegno e comprensione.
Questa pagina e tutti i profili Social verranno disattivati al fine di evitare confusione e fraintendimenti.
Il simbolo è quello che da 30 anni rappresenta chi governa il paese della Valle Olona e gli eventi si stanno consumando a ridosso della campagna elettorale, nei fatti già avviata. Alla ormai certa ricandidatura di Montano per un terzo mandato (ora possibile) si sta contrapponendo quella dell’ex-sindaco Giorgio Volpi (ex-Paese da Vivere) che aveva separato le strade con il suo ex-delfino poco dopo la sua prima elezione.
Nel frattempo i fondatori della lista Paese da Vivere Ugo Bassi e Valerio Mola insieme a Gianni Montano si sarebbero ritrovati per discutere cosa fare perchè pare che il simbolo sia stato registrato al registro dei marchi da Giorgia Cantù che per un periodo aveva curato anche la comunicazione della lista, dalla quale si era poi allontanata per divergenze con lo stesso Montano. (nella foto i festeggiamenti della vittoria elettorale di 5 anni fa)
Un pasticcio dal quale si dovrà uscire attraverso le carte bollate, come spiega il vicesindaco Paolo Maccabei: «Dopo 30 anni che esiste questa lista se qualcuno ha sottratto i diritti di utilizzarli è una cosa veramente brutta. Noi andiamo avanti perchè siamo conosciuti per quello che abbiamo fatto e non solo per il nome della lista. Comunque prenderemo le contromisure».
Prosegue Maccabei: «Questo colpo basso si ritorcerà contro chi l’ha messo in atto. È un’operazione dettata dalla paura e dal pensiero che ci si possa danneggiare attraverso il nome della lista».
Dal canto suo Giorgia Cantù spiega: «Di chi è il simbolo lo sanno tutti. È stato il sindaco a farmelo registrare. Il motivo per cui non concedo l’uso è quello che ho scritto nel post. Molta gente che ha fatto parte della lista per tanti anni si è allontanata avvicinandosi all’altro gruppo Olgiate Insieme (che dovrebbe candidare l’ex-sindaco Giorgio Volpi che governò per due mandati proprio con Paese da vivere, ndr) quindi non credo che l’attuale gruppo che governa possa considerarsi di Paese da vivere. Potrà farlo con l’attuale simbolo che riporta la dicitura Montano sindaco, fino alla fine di questo mandato».
In riferimento al post relativo il simbolo della Lista Civica Paese da Vivere e la chiusura delle pagine social, la lista attualmente all’opposizione, che ora si chiama RilanciAMO Olgiate, spiega la propria posizione: «non ci interessano tanto è vero che siamo già usciti con il nostro simbolo e stiamo già presentando la nostra lista. Le polemiche non ci riguardano e non abbiamo intenzione di rispondere ma solo di tutelare il nostro gruppo e chi ci segue-rappresenta. La questione simbolo e’ solo una delle tante fotografie che rappresenta il loro modo di gestire i rapporti umani e la gestione pubblica. E’ un dato di fatto che in 10 anni di amministrazione tante persone hanno deciso di abbandonare il loro progetto e forse sarebbe questo un punto di riflessione da fare considerato che alla fine di questo mandato sono arrivati con una maggioranza ridotta ai minimi termini».